Gli esperti del Comitato Tecnico Scientifico del Ministero della Salute, pochi giorni fa hanno ribadito che, ogni famiglia italiana dovrebbe avere in casa un saturimetro, proprio come si fa con il termometro per misurare la febbre.
Il saturimetro, noto anche come “pulsossimetro o ossimetro“, è un dispositivo che consente di verificare il livello di saturazione dell’ossigeno nel sangue (stato di ipossia), l’intensità delle pulsazioni e nel contempo la frequenza cardiaca. Un dispositivo a basso costo e di facile utilizzo (le farmacie ne hanno anche distribuito un discreto numero in forma gratuita), che può aiutare il medico a fare una diagnosi a distanza evitando di intasare i Pronto Soccorso di falsi allarmi di ipossia, uno tra i primi segnali di una polmonite.
I saturimetri sono dispositivi straordinariamente utili, sempre, ma lo sono ancor di più al tempo del Covid proprio per misurare l’ossigenazione del sangue e intercettare i primissimi segnali di una polmonite. Strumenti tanto utili da suggerire ai cittadini italiani di aggiungerlo al termometro, nella cassetta del pronto soccorso di ogni famiglia.
Ma come funziona il saturimetro? Come dispositivo è molto semplice: dopo averlo acceso, si inserisce l’ultima falange di un dito (in casi particolari il lobo di un orecchio), in maniera che si illumini la parte centrale dell’unghia e si attende per pochi secondi e sul display saranno in automatico visualizzati i valori letti. Fintanto che il valore della presenza di ossigeno è superiore al 95% non c’è nulla di che preoccuparsi, invece se il valore è inferiore bisogna prestare attenzione. Valori tra il 90% ed il 95% indicano una parziale assenza di ossigeno (lieve ipossia), mentre valori al di sotto del 90% non sono fisiologici ed indicano una severa assenza di ossigeno (grave ipossia).
In ogni caso si tratta di un esame indolore e non invasivo realizzato con un dispositivo semplice da utilizzare, come il termometro, appunto.
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